Biancaneve e i sette nani

 

 

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C'era una volta una bella regina che viveva in un grande castello. Amava molto ricamare vicino alla finestra e un giorno, mentre nevicava, si punse un dito con l'ago. Una gocciolina di sangue cadde sul suo ricamo. La regina pensò:" Come mi piacerebbe avere una bambina con la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue!" E così avvenne. Dopo alcuni mesi, la regina diede alla luce una bellissima bambina con  le labbra color ciliegia e la pelle bianca come la neve. Le venne dato, per questo, il nome di Biancaneve.

Dopo poco tempo però, la regina si ammalò e se ne volò in cielo. Il re, che era rimasto solo con la bambina, pensò di risposarsi e scelse una bellissima donna che , in verità, non era buona come la regina. Infatti, al contrario di questa che era molto buona e molto semplice, era un po' cattiva e molto vanitosa. La nuova regina, aveva uno specchio magico che rispondeva a tutte le sue domande. Ogni mattina, dopo essersi vestita e fatta bella, prendeva il suo specchio e gli chiedeva:" Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?" " Del reame, o mia regina, la più bella sei tu" rispondeva lo specchio e lei viveva serena e tranquilla.

Intanto Biancaneve cresceva e ogni giorno diventava sempre più grande e più bella. Una mattina, quando la regina prese lo specchio e gli chiese chi fosse la più bella del reame, lo specchio, con sua grande sorpresa le rispose:" Del reame, o mia regina, la più bella sei tu, ma Biancaneve lo è molto, ma molto di più!" La regina andò su tutte le furie. Improvvisamente diventò cattiva e chiamò un cacciatore suo amico. " Cacciatore" gli disse " conduci Biancaneve nel bosco e uccidila!" Il poveretto, con una scusa, portò la bambina nel bosco ma non ebbe il coraggio di farle del male. " Corri Biancaneve, scappa più lontano che puoi" le disse " la regina ti vuole morta, non tornare mai più al castello!" La povera bambina si allontanò nel bosco e il cacciatore non la vide più. Triste e sconsolato, tornò al castello. Pensando che qualche animale, durante la notte, l'avrebbe sicuramente sbranata, il cacciatore riferì alla regina che la bambina era morta.

Biancaneve correva correva nel bosco e quando fece buio, stanca e affamata, si fermò e si riposò sotto la chioma di un albero. Stava quasi per addormentarsi, quando, in lontananza, vide una luce. Si alzò e si diresse là, verso quella piccolissima casa in mezzo al bosco. La porta era socchiusa, bussò ma nessuno rispose. Decise di entrare lo stesso. Vide una cucina abbastanza in disordine, sulla tavola però, c'erano sette piattini pieni di tante cose buone. Biancaneve aveva molta fame, si mise a sedere e mangiò tutto quello che c'era nei sette piattini. Entrò poi, in un'altra stanzetta. C'erano sette lettini tutti in fila. Si distese di traverso sui sette lettini e si addormentò.

Quella casetta apparteneva ai sette nani. Quando tornarono dalla miniera e si accorsero che nei loro piattini non c'era più nulla da mangiare, pensarono che fosse entrato un animale affamato. Decisero allora di andare a dormire e, meraviglia delle meraviglie, sui loro lettini era distesa una bellissima fanciulla. Parlavano piano per non svegliarla ma la bambina aprì gli occhi e si spaventò parecchio nel vedere tanti occhietti che la guardavano incuriositi. I nanetti la rassicurarono e chiesero a Biancaneve come fosse arrivata fin là. La piccola raccontò la sua storia e i nanetti, impietositi da una così commovente storia, proposero a Biancaneve di restare nella loro casetta in cambio di qualche piccolo servizio. La bambina li ringraziò moltissimo ed accettò. I nani ne furono felicissimi e tutti arrossirono come peperoni, quando Biancaneve schioccò un grosso bacio sulle guanciotte di ognuno di loro.

Intanto la regina, sempre più cattiva e sempre più vanitosa, la mattina seguente, prese lo specchio e lo interrogò: " Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?" Lo specchio rispose: " Del reame, o mia regina, la più bella sei tu, ma Biancaneve, nella casetta dei sette nani, lo è molto, ma molto di più". La donna andò su tutte le furie, tanto che diventò una strega. Ruppe lo specchio contro il muro, scese in cantina e preparò una pozione velenosa che iniettò dentro ad una bella mela rossa e profumata. Meno male che si sbagliò, invece che coda di serpente, mise nella pozione la coda di una lucertola. La pozione, infatti, non avrebbe ucciso Biancaneve, l'avrebbe fatta solo addormentare ma la strega non se ne accorse. Convinta che questa volta avrebbe ucciso la bambina, mise la mela avvelenata in un cestino e si avviò verso la casetta dei sette nani.

I nani, però, prima di andare via, dissero a Biancaneve di non aprire a nessuno. Quando la strega bussò, lei non aprì la porta e quando la regina, fingendosi una buona vecchina, disse a Biancaneve che voleva regalarle solo una bella mela, la piccola aprì una finestrina e la prese. Contenta, la strega, se ne andò sogghignando. Biancaneve diede un morso alla mela e cadde per terra addormentata.

I nanetti non potevano sapere e quando la sera tornarono dalla miniera, tra la disperazione più grande, pensarono che Biancaneve fosse morta. Non vollero seppellirla sotto la terra, era troppo bella per poterlo fare. Costruirono allora, una bara con i diamanti ricavati alla miniera, vi misero dentro Biancaneve e la posero sotto una grande quercia. Ogni mattina, prima di andare a lavorare, i nanetti sostavano un momento davanti alla bara e poi si allontanavano piangendo.

Un bellissimo Principe, che era venuto a conoscenza della storia, decise di andare a vedere la fanciulla dentro la bara di diamanti. Riuscì a trovarla e quando la vide se ne innamorò subito. Biancaneve era bellissima e sembrava che dormisse. Chiese il permesso ai nanetti di alzare il coperchio per poterle dare un bacio. Questi acconsentirono e non appena il principe si chinò per baciarla, il pezzettino di mela che ancora aveva in bocca, cadde. Biancaneve aprì gli occhi e vide il principe e i nanetti intorno a lei. Capì che qualcosa era successo dopo aver mangiato la mela della vecchina ma poco importava ora. Il Principe la guardava, ormai innamorato, ed anche lei scrutava i suoi bellissimi occhi azzurri. Il giovane la chiese in sposa ai nanetti che acconsentirono felici e insieme si diressero verso il castello per annunciarlo al re. La regina, non appena li vide, cadde a terra e morì di crepacuore.

Il re festeggiò, per sette giorni e sette notti, le nozze della figlia con il principe e vissero tutti, anche i nanetti, felici e contenti.