Il gatto con gli stivali

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Il gatto con gli stivali

 

 

 

 

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Un mugnaio. morendo, lasciò tutto quello che aveva ai suoi tre figli. Al primo andò il mulino, al secondo un asino, al terzo solamente un gatto. Quest'ultimo, sfiduciato, lasciò il Paese e si diresse chissà dove insieme al suo gatto. Una sera, mentre piangeva per la sorte che gli era toccata e per la fame che ormai si faceva sentire, il gatto gli parlò: "Padroncino mio, non piangere, fidati di me." Dopo lo stupore per via del gatto parlante, il poveretto gli chiese:"Cosa dovrei fare?" Il gatto riprese:" Dammi i tuoi stivali e procurami un sacco." Il ragazzo così fece. " Aspettami qui" gli disse il gatto dopo aver calzato gli stivali, non muoverti e aspetta il mio ritorno"

Il gatto si inoltrò nel fitto del bosco e cacciò una bella lepre. La mise nel sacco e la portò in dono al Re con i saluti del suo padrone, il Marchese di Carabas. Quando tornò dal suo padrone e gli raccontò tutto, questi lo sgridò:" Ma come" urlò, "noi abbiamo tanta fame e tu porti una lepre in dono al Re?" "Fidati di me " rispose il gatto " e avrai tutta la selvaggina che vorrai" Andarono quindi a dormire senza cena e così per altri giorni ancora. Il gatto usciva per cacciare lepri e poi le portava in regalo al Re.

Un giorno, il Re disse al gatto che sarebbe stato felicissimo di ospitare, almeno una volta, il Marchese nel suo palazzo. Il gatto ringraziò e corse dal suo padrone. Aveva saputo, infatti, che il Re, nel pomeriggio, sarebbe uscito in carrozza con la sua bellissima figlia, la Principessa. "Fidati di me, padroncino mio, spogliati e buttati nelle acque del fiume e quando vedrai una carrozza arrivare, chiedi aiuto, più forte che puoi" Ancora una volta il ragazzo obbedì.

Ecco che la carrozza arrivava. "Aiuto, aiuto" gridava il poveretto. Il Re fermò la sua carrozza e chiese al gatto che stava lì, sulle sponde del fiume: " Chi è quell'uomo che chiede aiuto?" "E' il mio padrone, Maestà, è il Marchese di Carabas. Si è tuffato per fare un bagno e dei ladruncoli gli hanno rubato i suoi preziosi vestiti" Il Re mandò il cocchiere a prendere altri vestiti al castello per farli indossare al Marchese e quando questi si fu vestito, il Re lo fece salire sulla carrozza accanto alla figlia che subito si innamorò del bellissimo ragazzo che aveva accanto.

Su invito del gatto, la carrozza si diresse al Castello di Carabas, la dimora del suo padrone. In verità il ragazzo, preso dalla bellezza della Principessa, non fece caso a quell'invito azzardato, sicuramente il gatto ne aveva in mente una delle sue. Infatti, per primo, arrivò al castello dove abitava un grosso orco che aveva la capacità di trasformarsi in un qualsiasi animale, grande o piccolo non aveva alcuna importanza. Furbamente, il gatto chiese all'orco di trasformarsi in un topolino. Lo sventurato accettò e il gatto lo mangiò. Non appena la carrozza arrivò, il Re e la Principessa furono accolti con tutti gli onori. Anche al Re piaceva quel giovane bene educato. Da lui aveva ricevuto, tramite il gatto, tantissimi regali e quando gli chiese in sposa sua figlia, il Re acconsentì immediatamente e tutti vissero felici e contenti, soprattutto il gatto che aveva, ogni giorno, tante cose buone da mangiare ed era coccolato da tutti.