Il brutto anatroccolo

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Il brutto anatroccolo

 

 

 

 

 

....il brutto anatroccolo

divenne un bellissimo cigno...

 

 

 

stampa e colora il brutto anatroccolo

 

 

Una bella anatra covava le sue uova, e attendeva paziente che si schiudessero da un momento all'altro. Finalmente il gran giorno arrivò. I gusci cominciarono ad aprirsi uno ad uno, e da ognuno vennero fuori bellissimi anatroccoli dal becco giallo. Anche le zampine erano gialle e mamma anatra li guardava con amore. Stava quasi per lasciare la cova, quando si accorse che un uovo era ancora chiuso e pensò che mai e poi mai avrebbe lasciato raffreddare quell'uovo che, ora che lo guardava meglio, era anche più grosso degli altri. Con tutta la pazienza di cui era capace, si rimise a covare. Passò ancora qualche ora e finalmente anche quell'uovo grosso grosso cominciò a schiudersi. Mamma anatra si accorse subito che quell'anatroccolo era diverso dagli altri nati prima. Questo, infatti, aveva le piume grigie, quasi nere, ed era anche abbastanza bruttino. Era sempre il suo piccolo però e mamma anatra già gli voleva bene. Richiamò tutti i piccoli vicino a se, li mise in fila e si diresse con loro verso lo stagno.

Gli anatroccoli, compreso quello bruttino, si tuffarono in acqua per lavarsi, nuotare e giocare. Mamma anatra si accorse che l'ultimo nato era il più bravo di tutti, sembrava fosse nato per tuffarsi tanto lo faceva bene.

Dopo il bagnetto, la bella anatra, tutta felice, portò i suoi piccoli a far visita alle sue amiche ma è proprio lì che cominciarono i guai per il brutto anatroccolo.

Tutti, appena lo videro, cominciarono a ridere e schiamazzavano indicandolo. A mamma anatra uscirono le lacrime: "... come potevano, le sue carissime amiche, deridere uno dei suoi figli?..." Il brutto anatroccolo, seppur piccino, capì subito che la vita, per lui, non sarebbe stata facile. Visto che le parole di sdegno di sua madre non bastavano a calmare le risate delle amiche, il poveretto scappò nel bosco vicino e cominciò a piangere.

La mattina seguente, vide degli uccellini che cinguettavano sui rami più alti di un albero e pensò che stavano lassù perchè avevano paura di lui, così si incamminò, sfiduciato, verso la parte più interna del bosco. Qui incontrò due anatre selvatiche che lo invitarono a giocare con loro. Improvvisamente, però, sentì due spari in direzione delle sue amiche. Le poverine  fecero appena in tempo a scappare. Scappò anche lui e si rifugiò nel canneto vicino allo stagno. Lo scovò un grosso cane che per fortuna, dopo averlo osservato e annusato un po', se ne andò via.

Stanco e affamato, si diresse verso una fattoria dove, appena arrivato, cadde in un sonno profondo. La mattina, un gatto e una gallina lo scacciarono via e così si ritrovò ancora senza casa e più affamato che mai.

Si diresse di nuovo verso lo stagno, almeno lì poteva nuotare e divertirsi un po' senza essere di peso a nessuno.

Improvvisamente sentì un forte sbattere di ali. Guardò verso il cielo e invidiò quei bellissimi uccelli bianchi che volavano con tanta eleganza. Cercò di richiamare la loro attenzione ma dal suo becco usciva solo un verso tipo quello di una cornacchia.

Venne l'inverno. Il brutto anatroccolo aveva tanto freddo. Un giorno, mentre si era assopito ad un tenue raggio di sole, un contadino lo vide, lo prese e lo portò a casa. Anche lì, però, fece una brutta esperienza.

I figli del contadino, quando lo videro, cominciarono a urlare per la felicità ma il poveretto si spaventò, imboccò l'uscita e corse di nuovo verso lo stagno.

Arrivò finalmente la primavera. Il brutto anatroccolo si accorse che era diventato grande  Il suo collo si era allungato parecchio, le sue ali erano grandi e robuste. Cominciò ad agitarle e improvvisamente si ritrovò, senza alcuna fatica, a volare libero nell'aria.

 Lo raggiunsero gli uccelli che aveva tanto ammirato e invidiato l'inverno prima, volavano e giocavano con lui. Tutti insieme, poi, si posarono sulle acque limpide dello stagno e nuotarono elegantemente al calore del primo sole di primavera.

Il brutto anatroccolo guardò la sua immagine riflessa nello stagno...era diventato un bellissimo cigno.